VENEZIA Un mix di generi (dal documentario alla fiction, che occupa 21 minuti della trasmissione) che fa emergere una visione di Venezia particolare e inusuale anche per chi ci abita e la vive tutti i giorni. «Stanotte a Venezia», il nuovo viaggio notturno di Alberto Angela alla scoperta dei tesori d’Italia (dopo le analoghe produzioni dedicate al Museo Egizio, a Firenze e a San Pietro), è stato presentato lunedì 12 giugno, con una proiezione in anteprima di uno spaccato di una trentina di minuti, a Palazzo Labia, sede della Rai del Veneto. La versione integrale andrà in onda martedì 13 giugno, in prima serata alle 21.25 su Rai1, con la possibilità di fruizione in 16:9 HD e 4K HDR (superiore al migliore standard dei film nelle sale cinematografiche) sul canale 210 della piattaforma digitale, anticipato dalla riproposizione, alle 14, del filmato relativo al backstage degli oltre trenta giorni e trenta notti di riprese.
«È un vero e proprio film – sottolinea Andrea Fabiano, direttore di Rai1 – e non un semplice documentario, in quanto ha una sua storia e un suo linguaggio, oltre che per l’impianto produttivo, in cui si uniscono artigianalità e altissima tecnologia. È il frutto di un lavoro creativo e produttivo di mesi, svolto insieme al centro di produzione di Napoli, che solo la Rai può mettere in campo grazie alla collaborazione con persone di altissima qualità, spessore e valore». «Abbiamo lavorato – spiega Angela – per 5 settimane, in un periodo freddo. Ricordo le prime riprese, con pioggia, vento, umidità e soli sei gradi di temperatura: poi ci abbiamo fatto l’ abitudine, ma non è facile, alle 4.20 di mattina, stare davanti alle telecamere con il sorriso. Da parte di tutti, però, non è mai venuta meno la concentrazione: siamo stati un gruppo unito di professionisti con la P maiuscola: sulla base delle mie esperienze, posso dire che la prima regola di una spedizione è proprio quella di creare un gruppo. È questo che ti fa vincere e superare scomodità e difficoltà».
Dai personaggi storici come Goldoni, Vivaldi, Marco Polo e Casanova, ai capolavori dell’arte della Basilica di San Marco, dalle acque del Canal grande e della laguna, al dietro le quinte della Fenice, «Stanotte a Venezia» fa scoprire una città unica. «Dalle 3.30 alle 4.30 – racconta Angela – in Piazza San Marco non c’è nessuno, dopo gli ultimi che passano, di solito cantando, verso le 2.30 e prima dei turisti col trolley che si spostano per raggiungere un volo low cost. A differenza delle precedenti trasmissioni di questo ciclo, ci siamo trovati di fronte una città non facile da illuminare, ma, verso le 3.30, abbiamo vissuto un momento unico, quando le acque del Canal Grande, illuminate come non avviene mai, si sono calmate dopo il passaggio dell’ultimo vaporetto, diventando uno specchio in cui Venezia si è riflessa nell’acqua. E a Venezia, a differenza delle altre città – conclude -, non si viene per entrare nei palazzi, ma per respirare le atmosfere all’esterno. Non è stato facile tradurre tutto in un programma: Venezia si viaggia e si esplora con il cuore ed è quello che abbiamo cercato di fare».
«Alberto Angela – confida Fabiano – è il nostro Ponte di Rialto, uno dei simboli, un patrimonio assoluto di questa azienda, con cui mi auguro che si possa continuare a fare un lavoro di questo tipo nei prossimi anni. Non credo – precisa – che Alberto abbia bisogno che gli si lancino ciambelle: credo che una realtà come la Rai e una persona come Alberto Angela, che ci ha accompagnato in questi anni e con cui abbiamo costruito quello che abbiamo costruito, e `Stanotte a Venezia´ è sicuramente uno dei punti più alti a cui ne dovranno seguire altri, segnino un percorso inevitabile che ci auguriamo continui a questi livelli nei prossimi anni». «Io – ha detto Angela – ho sempre fatto programmi di qualità, avendo la fortuna di lavorare con persone che mettono nel loro lavoro qualità e impegno. I risultati possono piacere o meno, ma credo che programmi come questo testimonino quanto dico, in cui è stato totale l’impegno nel dare il massimo. Questo è quello che ho fatto e che farò: il mio obiettivo è continuare a farlo».